Il Comune a caccia di nuovi soci «Portiamo in città il megaweb» / intervista a il Corriere di Bologna
Pubblicato: 28/06/2012 Archiviato in: Agenda Digitale & Com | Tags: #agendadigitalebo, Banda larga, Branding, Imprese, Innovazione, Internet 2 commenti
Il Sindaco Merola al lancio della sua campagna elettorale con la rivista Wired che titolata “Svaglia Italia!”… da allora la banda larga è una priorità per il nuovo corso della città di Bologna.
Il Comune si sta muovendo su più fronti. Intanto c’è un confronto con il governo perché sul tema sono stati stanziati dei finanziamenti pubblici e il contributo nazionale del 2012 è di mezzo miliardo di euro. «In questo momento stiamo incontrando alcuni operatori privati — conferma Lepore — perché il nostro intento è di arrivare velocemente alla costituzione di una società mista pubblico-privata per realizzare questo obiettivo. I partner potrebbero essere Metroweb, che ha già cablato con la banda ultralarga la città di Milano, e la Cassa depositi e prestiti ma stiamo parlando anche con Telecom. Proporremo questo percorso anche ai sindaci della provincia di Bologna all’interno del piano strategico». Che ne sarà di Lepida? Non doveva servire per fare cose come questa? «Lepida — spiega Lepore — continuerà ad essere un nostro partner importante. Nei prossimi giorni presenteremo la realizzazione del progetto Man grazie al quale abbiamo portato a termine la cablatura di tutti gli edifici pubblici e di 24 scuole della città con una banda che arriva ad un gigabit Lepida però si è specializzata negli interventi sulla rete pubblica mentre in questo caso la nuova società opererà sul mercato privato».
Naturalmente c’è una dimensione pubblica nel progetto che ha in testa il Comune: rendere potenzialmente disponibile per tutti un collegamento ad alta velocità che potrà favorire nuovi sviluppi nell’utilizzo della rete, dalla sanità, all’intrattenimento, ai consumi. Ma non c’è dubbio che l’amministrazione veda nella nuova società anche la possibilità di un forte ritorno economico. Come? «Stiamo facendo un catasto del sottosuolo — chiude il ragionamento Lepore — ma possiamo già stimare di avere una rete di 200 chilometri di tubature vuote o comunque utilizzabili di proprietà del Comune e questo sarà il valore del nostro conferimento nella società. Non ci sarà dunque bisogno in molte zone di aprire dei cantieri costosi e questo è un grande vantaggio. La nuova società stenderà la fibra ottica e la lascerà spenta. Il business consisterà nel rivenderla agli operatori che operano nel mondo della telefonia e di internet quando decideranno di utilizzarla per fornire servizi ad aziende e privati».
Olivio Romanini olivio.romanini@rcs.it
Una bella iniziativa, ma l’importante è che non finisca come il progetto Socrate, acronimo di Sviluppo Ottico Coassiale Rete Accesso TElecom che era un progetto di costruzione di una rete a banda larga, a copertura nazionale, destinata a raggiungere le abitazioni di tutta la popolazione italiana.
Ideato negli anni novanta da Telecom Italia e partito ufficialmente nel 1995, a causa dei costi eccessivi che avrebbe comportato, fu abbandonato nel 1997 quando il servizio aveva già raggiunto circa un milione e mezzo di abitazioni.
Il progetto Socrate mirava a un cablaggio interrato di cavi nelle 19 maggiori città italiane che avrebbero consentito di avere nelle case italiane una fibra ottica per diffondere la televisione via cavo e diversi servizi interattivi. Attualmente sarebbe mediamente obsoleta, con 1.5 Mb di velocità in download e 64 kb in upload. Sul fronte finanziario prevedeva un investimento da circa 13000 miliardi di lire dell\’epoca, con la costituzione di società miste per la gestione di reti civiche. Si iniziò da città con alta sensibilità ai problemi dell\’ambiente urbano come Siena e San Gimignano. Il progetto con la sostituzione del presidente Ernesto Pascale fu completamente abbandonato, lasciando incompleto il lavoro già realizzato. Secondo la Telecom sarebbero 5 milioni le famiglie raggiunte dalla fibra ottica.
Tali cablaggi vennero poi acquistati completamente da Fastweb per aumentare la propria copertura nazionale in fibra ottica.
E poi nei 200 chilometri di tubature vuote o comunque utilizzabili di proprietà del Comune ci passano tanti di quei cavi abusivamente che non avete idea…..già provato!
Caro Alberto, le tue osservazioni sono assolutamente pertinenti. Il progetto Socrate è un caso scuola da tenere presente per sapere le 10 cose da non fare se vuoi cablare l’Italia o Bologna!